“... Ricordo che furono le chiome degli ulivi a farmi sentire l’effetto pittorico della macchia e a farmi constatare una percezione molto mobile e dinamica dell’occhio in un gioco continuo a carattere timbrico. E allora scrissi che era estremamente imprudente definire l’arte dell’intarsio come tarsia sic e simpliciter, perché non era solo tarsìa anche se si serviva dell’intarsio. Che poi per raggiungere questi effetti Fasano si servisse di piccoli lembi di impiallacciatura, come Braque e Picasso si erano serviti di collage di carta, e Crippa di stagnola e catrame, e Burri di materiali plastici e combusti, e Baj di stoffa, non significava nulla. Importante era decifrare la traiettoria di questo impiego e l’autonomia del linguaggio."

                                                                          ROMANO PIERI

 “..Vincolo d’amore alla propria terra. Di esso le opere di Enzo Fasano sono proiezioni puntuali. Protagonista è, infatti, la civiltà contadina ch’egli ripropone in ogni suo aspetto con stupenda insistenza...Credo che pochi artisti abbiano avuto così acuta intelligenza delle genti contadine del Sud come Enzo Fasano- e del paesaggio del Sud, delle tradizioni e dei miti, in una parola di una civiltà".

                                                   CARLO MUNARI

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“Questa autenticità, egli aveva cercata con acuta e sofferta sensibilità, negli oggetti di casa sua, ne aveva perseguito le remote origini, alle radici dell'esistenza, nudi, nitidi, essenziali. E nelle raffigurazioni suggestive e schematiche di Porto Badisco, nella grotta famosa, egli vuole cogliere insomma la stessa cifra d'originaria e primitiva autenticità, al di là di ogni storico sviluppo, al fiat quasi dell'esistenza. Lasciatemi dire che con queste tarsìe di Badisco, Enzo Fasano ha toccato un nuovo e  più alto livello nel cammino  dell’arte sua; ha raggiunto un nuovo e importante traguardo nella sua inchiesta dell’autenticità e dell’arcaico.Sarà difficile per lui procedere oltre.”  

                                                  

                                                                         MARIO MARTI

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